Lettura Poetica


Martedì 14 febbraio 2006
Fondazione Carige
Sala Porta Soprana
Via Gabriele D'Annunzio 105, Genova

Lettura Poetica
José-Miguel Ullán presentato da Gabriele Morelli

Il cammino di Ullán attraverso la poesia è sempre stato costellato di audacia ed invenzione. Mai si è fermato di fronte a una scoperta.
Ogni rinvenimento poetico lo ha sempre condotto a  un altro, e così fino ai limiti del linguaggio.
Il più coraggioso e profondo dei poeti spagnoli contemporanei, José-Miguel Ullán, ha letto alcuni versi tratti dalle numerose raccolte di poesie che ha pubblicato.

A cosa serve la poesia oggi? A lanciare l'interrogativo è Gabriele Morelli, linguista di area ispanica che martedì 14 febbraio 2006 ha presentato un'anteprima nazionale.
Il poeta José-Miguel Ullán ha debuttato in con un reading organizzato dal Centro Culturale Europeo.
“In un mondo dominato dalla scienza, dall'immagine e dai media la poesia si rivela come forma più alta di coscienza,come stimolo, ricerca della verità”, afferma Morelli introducendo Ullán, molto famoso in patria e in tutto il mondo ispanico.
Poeta difficilmente classificabile ma non ancora tradotto in italiano, quando qualcuno gli chiede cosa pensa dell'ermetismo risponde “che è l'unica forma di poesia possibile”.
Dei suoi versi Morelli dice cje “stupiscono e non susictano l'applauso”. Allergico alle norme, sperimentatore estremo, gioca con le parole sviluppando un linguaggio nel linguaggio.
Il suo lavoro va oltre la pagina scritta, si allarga alle arti visive e plastiche. Tra gli altri Ullán ha collaborato con lo scultore Eduardo Chillidad ed ha partecipato alla Biennale di Venezia 2001 con una propria performance.
Una delle tante epigrafi ai suoi versi è di Umberto Saba: “Era un porto piccolo, era un porta aperta ai sogni”. Che rapporto ha con la poesia italiana?
“I legami tra il mondo spagnolo e quello italiano si sono sviluppati molto lentamente da questo punto di vista. Io mi trovo molto vicino a Saba, che ho avuto la fortuna di leggere, ma non saprei spiegare bene il perchè”. E dei poeti liguri, come Montale e Sanguineti (con il quale le somiglianze sono evidenti), che ne dice? “Beh, ripeto, è molto difficile conoscere autori stranieri se i legami non sono stretti: Montale è un  patrimonio condiviso, ormai un caposaldo; Sanguineti l'ho conosciuto in occasione di un convegno. Mi piace molto anche Mari Luzi, che proposi per una traduzione spagnola decine di anni fa”.

A San Valentino non può mancare la poesia sull'amore. Ullán ne regala qualche verso, tradotto al volo da Morelli

Madrigal                            Mardrigale
La vitalidad                      La vitalità
no repara en gastos       non bada a spese
ni en rosas.                     né a rose.
Y a la fuerza                    E la forza
irsuta                               irsuta
vistela antojo                  vestila a tuo capriccio
hoy,                                 oggi

que ya no es                  ormai
sino la espina                è la spina
de no ser nada              di non essere nulla
si me la faltaran            se mi mancassero
tu mismos ojos              i tuoi occhi
da ayer                          di ieri
mañana                         domani.
 

José-Miguel Ullán
Nato nel 1944 a Villarino de los Aires (Salamanca, Spagna) è poetamtraduttore e saggista. È una delle figure più significative della poesia spagnola.
Parallelamente alla creazione letteraria, ha svolto una lunga  attività nell'ambito del giornalismo culturale, scrivendo su riviste e periodici specializzati. Ha fondato e diretto la collezione Poesia/Càtedra.
In 30 anni di scrittura, ha sviluppato una linea originale di “poesia visiva” in collaborazione con diversi pittori, pubblicando numerosi libri, esponendo nei musei di New York, Parigi, Madrid e del Messico, e partecipando a mostre quali la Biennale di Venezia del 2001.
Ho collaborato con diversi compositori che hanno musicato i suoi versi.
È inoltre autore di numerosi testi sull'arte, pubblicati in libri cataloghi, quotidiani e riviste specializzate.
Tra le ultime raccolte di poesia si ricordano Ni mu, del 2002, Con todas las letras, del 2003 e Amo de llaves, del 2004.

Presentato da
Gabriele Morelli
Professore di Lingua e Letteratura spagnola all'Università di Bergamo, è Presidente dell'Associazione degli Ispanisti Italiani (AISPI). All'inizio della sua attività accademica si è interessato al petrarchismo spagnolo e alla figura di Hernando di Acuña, di cui ha pubblicato la prima monografia. La sua attività critica si rivolge soprattutto alla poesia spagnola del Novecento, con particolare riferimento agli autori della Generazione del ‘27. Le ultime ricerche sono dirette verso i movimenti d’avanguardia e i carteggi inediti dei poeti del gruppo generazionale.