Storie e memoria
Giovedì, 2 febbraio 2006
Fondazione Carige
Sala Porta Soprana
Via Gabriele D'Annunzio 105, Genova
Storie e memoria
Incontro realizzato nell'ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria
Sebbene sempre più ampia sia la distanza storica rispetto ai crimini del nazismo, sempre più presente e forte sembra essere il loro ricordo: crescente è il fiorire di produzioni cinematografiche di fiction e documentari televisivi nonchè di opere letterarie impegnate nelle più diverse rielaborazioni del tema.
Qiali sono le ragioni di tale fenomeno e cosa è mutato nel confronto con questa porzione di storia? Alcuni studiosi affermano che le nuove generazioni abbiano introdotto in Germania un cambiamento di prospettiva: dopo i tentativi di negazione e rimozione del passato, dopo infiniti sforzi di Vergangenheitsbewältigung, di "superamento del passato", i tedeschi stanno scoprendo da alcuni anni la loro storia di vittime, ricordando i bombardamenti subiti, le fughe e le espulsioni.
Cosa è accaduto, quindi, nell'evoluzione del ricordo? Cosa ha determinato questo processo e che valore ha esso per il futuro?
Sono queste le domande intorno alle quali si è sviluppato l'incontro, nel tentativo di esplorare il complesso e spesso conflittuale rapporto tra storia e Memoria.
La memoria della Shoah, del Nazismo e dei figli di quel periodo: non solo questi ultimi possono riportare i racconti di un momento così nero della storia umana, perchè anche i nipoti, che la guerra l'hanno solo sentita raccontare, hanno voglia di scoprire e svelare.
È proprio da questa voglia di ricostruire e dai racconti della zia che Thomas Medicus ha deciso d'iniziare una ricerca sulla sua storia di suo nonno, un generale tedesco ucciso durante la Seconda Guerra Mondiale dai partigiani in Toscana.
Partendo da cinquanta foto, di cui metà ritraevano il funerale del nonno e le rimanenti scene di vita quotidiana. Thomas ha iniziato la ricerca d'informazioni e dati che permettessero di scoprire qualcosa di più. Durante le tante ricerche ha trovato documenti in cui non risultava nulla del nonno, mentre in altri veniva descritto come un ufficiale pericoloso. Notizie diverse e confusionarie che hanno reso difficili la produzione del libro di Thomas dal titolo Negli occhi di mio nonno e che hanno evidenziato come la memoria di determinati eventi sia difficile da riportare e ricostruire.
A questo proposito Giovanni De Luna evidenzia come ormai esistano “due tipologie di memoria: una comunicativa ed unl'altra culturale, che vanno intersecarsi con i ricordi individuali e quelli collettivi della società". Scindere questi legami spetta allo storico, che deve cercare di trovare i dati equi per riportare una storia il più possibile imparziale.
Negli ultimi anni questo compito, più che agli studiosi del settore, sembra sia stato affidato ai media. Basti pensare alla produzione di film e fiction sulla Deportazione.
“Storicizzare la memorianon è un dogma, ma qualcosa che cambia costantemente basandosi su nuove scoperte o sull'approfondimento di informazioni già acquisite”.
Erik Meyer, collegandosi a questo discorso, evidenza come esista una “pletora di vociche rende particolarmente complesso creare una storia comune" e che viene ulteriormente complicato dalla falsificazione dei documenti rimasti.
Thomas, attraverso il suo libro, ha voluto capire e descrivere la guerra vissuta dal nonno attraverso un intreccio di narrazioni. Un labirinto da cui uscire leggendo una storia raccontata da un altro punto di vista, quello tedesco.
Giovanni de Luna
Professore di Storia Contemporanea all'Università di Torino. Autore della Storia del Partito d' Azione (1942-1947), ha pubblicato recentemente La Passione e la ragione. Fonti e metodi della storia contemporanea (Bruno Mondadori 2003) e Il Corpo del nemico ucciso (Einaudi 2006).
Thomas Medicus
Nato nel 1953, è scrittore giornalista. Dal 2003 è corrispondente dell'inserto culturale del quotidiano Frankfurter Rundschau di Berlino. Autore del libro Negli occhi di mio nonno (2004), nel quale ricostruire la storia del nonno, generale tedesco, ucciso durante la Seconda Guerra Mondiale dai partigiani in Toscana.
Erik Meyer
Nato nel 1968 a Francoforte, si forma in ambito storico e filosofico. È collaboratore scientifico dell'Istituto di Scienze Politiche dell'università di Gießen. autore di numerose pubblicazioni su temi legati alla cultura della memoria, tra i quali Un luogo nel quale si va volentieri, il monumento all'olocausto e Storia politica tedesca dopo il 1989, scritto con Claus Leggewie.
Coordina
Stefano Bigazzi - Giornalista culturale